Vestito rosso a pois

Olga Chernobryvets

È la traduzione dal omonimo libro in russo dell’autore Olga Chernobryvets. Tutte le storie ascoltate da quelle persone che la circondano. Olga scrive in maniera concisa e breve ma profonda. Dall’autore: Ringrazio di cuore tutti i miei eroi e porgo ringraziamento speciale a miei traduttori Alfredo Bertollo, Claudio Pozzani, Petrizia Monaco, Sivia Guerra, Antonella Frugone, Franca Pissinis. Auguro a tutti voi l’ispirazione creativa e la felicità.

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Fiji

Pare che tutto sia pronto. Sono stati spediti gli inviti secondo la lista concordata, esaminati attentamente i menu e tutti i dettagli della festa.

Non è la prima volta che Vladislava fa la presentazione della tecnologia di un nuovo prodotto. Grazie a Dio, la ditta fondata otto anni fa qui, in Europa, era in crescita, data l’altissima preparazione del personale e le grandi possibilità aperte in Occidente.

Ogni anno e mezzo-due anni l’azienda, fondata da cinque persone, offriva qualcosa di nuovo al mercato. Il gruppo era unito per questa finalità e, nonostante la diversità dei caratteri e dell’età, lavorava insieme per lo scopo non solo di ottenere benessere materiale, ma anche status sociale.

Loro riuscirono a far diventare il marchio della ditta una garanzia della qualità così importante che per la presentazione erano venuti il Ministro da Mosca e molte persone interessate che consideravano la loro presenza non solo utile, ma anche importane.

Gran parte del merito apparteneva a Vladislava che era stata assunta con contratto come direttore tecnico. Praticamente lavorava come organizzatrice, rappresentante e traduttrice in momenti di necessità.

L’ex donna più bella di una città turistica si era completamente sottomessa al lavoro. La sua vita si era ridotta ad un unico percorso: la ditta e la casa. Aveva in mente solo il lavoro perchè aveva la mamma ammalata e il figlio da crescere.

La fatica si giustificava almeno a livello materiale. Poteva spedire a casa qualche somma che non compensava la sua assenza, ma aiutava i suoi cari a non sentirne la mancanza.

Il suo sogno di andare alle Fiji era in un così lontano angolino della speranza, che già se ne era dimenticata.

Il ricevimento era previsto al più alto livello. Grazie a Dio, tutte le cure della tavola se le era prese Dasha — una sua amica e proprietaria d’un ristorante che, senza prendere nessun centesimo d’anticipo, si era rimboccata le maniche insieme al personale del suo ristorante.

Ecco. Pronto. Pare che non sia stato dimenticato nulla.

Tornava a casa più tardi del solito. Per arrivare alla periferia di Roma prendeva il metro e poi una piccola parte della strada la faceva a piedi. Il quartiere era tranquillo, nel palazzo tutti conoscono tutti.

Uno strappo da dietro, un dolore infernale alla mano destra, la mano stringe spasmodicamente il manico della borsa. Viene colpita in faccia, grida. Su un balcone appare una figura.

Sono in due a saltare sulla moto ruggente. La Polizia arriva subito dopo, ma troppo tardi.

Nessuno poteva immaginare nessuno come era ridotta. La mattina successiva avvertì la ditta che non poteva andare al lavoro per malattia. È stato molto imbarazzante per lei non poter partecipare, però sapeva che era stato preparato tutto alla perfezione e che a Dasha non sarebbe mancata la classe.

Era fisicamente insopportabile!!! Aveva paura di guardarsi allo specchio. Ma di più le pesava il rendersi conto della sua impotenza davanti al male. Passò il tempo come ci fosse stata nebbia.

Aspettava una chiamata il giorno successivo. Nessuno chiamò, la ringrazio e le domandò come stava.

Chiamò Dasha e le domandò com’era andata.

— Non lo so, — rispose Dasha, — non mi hanno invitato.

— Ma ti hanno pagato?

— No.

Vladislava rimase male, ma si affretò a garantire che tutto si sarebbe risolto quando lei fosse tornata al lavoro.

— Prego passi dal mio ufficio. Si accomodi. Come si sente? Mi dispiace che lei non stia tanto bene. Non volevo rattristarla in un periodo così delicato, ma la direzione mi ha incaricato di informarla del fatto che il suo contratto è terminato, nel periodo della sua malattia abbiamo assunto un’altra persona.

— Dovevate preavvisarmi della vostra decisione.

— Le spedimmo una lettera subito.

Dal suo tono e comportamento Vladislava capì che lui era consapevole di tutto quello che era successo.

Passarono sei mesi prima che Vladislava, donna forte e volitiva, cominciasse di nuovo a percepire il mondo. Grande fiducia nella gente e nobiltà innata si sono trasformate in sfiducia e paura. Le sue indubbie capacità organizzative e lavorative sembravano inutili, la bellezza era svanita a causa del lavoro.

Capitò l’occasione di fare dei corsi di scuola alberghiera, si iscrisse senza tanto entusiasm0. Il futuro lavoro le sembrava noioso e monotono, senza possibilità di crescita professionale. Questo la opprimeva.

Per fortuna capitò subito il posto lavorativo in un albergo vicino alla stazione ferroviaria..

Per un po’ di tempo ci perdemmo l’un l’altra di vista. Io stetti in ansia per lei. La chiamai. Mi rispose e mi disse che da poco aveva sepolto sua madre e che tutto andava male.

Io dissi tutto quello che è necessario dire in queste occasioni, fortemente convinta che tutto il male sarebbe finito. Qualcuno la cercherà in questo enorme mondo.

Traduzione Alfredo Bertollo

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